Progetto Comunic-abilità

< Crescendo e incontrando prove difficili da superare si corre il rischio di indurire il cuore e di renderlo sordo agli altri. C’é bisogno degli altri e, per scoprire la bellezza di ciascuno,
non ci si può fermare alle apparenze
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Incontro di sensibilizzazione ed educazione su le diversità e le abilità comunicative, rivolto a studenti di Scuole Superiori:

" ascoltare con gli occhi, parlare con gli occhi "

con Martina Gerosa e Claudio Imprudente

Progetto realizzato in collaborazione con la Provincia di Milano, il Centro Documentazione Handicap di Bologna CDH – Progetto Calamaio e Linear apparecchi acustici
Videoregistrazione a cura di Vincenzo Pezzella- Dedalus Milano

QUI il programma dettagliato

Da questa esperienza è nato "Comunic-abilità", uno spazio-contenitore nel sito di Accaparlante, che raccoglie idee, contributi, esperienze, progetti, sul tema della “comunicazione possibile”, delle sue molteplici forme in presenza di una disabilità o di un ostacolo.

E qui le parole della dott.ssa Enrica Rèpaci, coordinatrice dell’incontro:
“Non si può non comunicare”. Facciamo silenzio, apriamoci all’ascolto, “sentiamo” e soprattutto sospendiamo il giudizio. Perché siamo qui? Non é per caso. Claudio e Martina sono amici di lunga data. Entrambi sono impegnati da anni in un lavoro appassionato di promozione del riconoscimento del valore e della dignità della persona, dell’essere umano, che pure se in condizione di deficit di qualunque natura, ha diritto alla comunicazione, a stare in collegamento con gli altri, a partecipare, a condividere, a potersi esprimere per come gli é possibile, a sentirsi bene e vivere una vita piena di benessere.
Nonostante le gravi disabilità, visibili e invisibili ad un primo sguardo, Claudio e Martina oggi ci mostreranno con la loro testimonianza, la loro presenza viva, come tutto questo sia possibile e come, attraverso il loro percorso di  vita personale, perché ciascuno ha il proprio, siano arrivati all’integrazione di sé, un obiettivo che tutti dovremmo raggiungere.
Integrazione é quel processo continuo di crescita verso il raggiungimento di una sempre maggiore consapevolezza di sé, consapevolezza di quelle parti di sé che solo nell’armonia ci fanno stare bene con noi stessi e con gli altri, un processo che ha sempre bisogno della relazione con l’altro, fin dalle nostre origini e nella sua evoluzione. Proprio l’incontro con l’altro, diverso da noi, ci consente di comprendere chi siamo e di dare un senso alla nostra vita. Nell’altro puoi vedere riflessa la tua immagine, scoprire la tua e la sua umanità:
“ guarda i suoi occhi, non giudicare il suo aspetto esteriore, apriti al desiderio di conoscerlo. “

“Deformità” e il “Passero”.

 “Deformità”, uno dei personaggi di un libro di Claudio, "Il principe del lago", non é malvagio.  Le persone hanno paura di lui perché racchiuse nel loro egoismo non sanno accettare chi è diverso da loro fisicamente o chi la pensa in un altro modo. E’ più facile etichettare una persona come brutta o cattiva piuttosto che cercare di conoscerla e di scoprire le sue qualità. Chi é diverso da noi é scomodo perché ci costringe a metterci in discussione e questo non é facile per le persone piene di sé che si considerano perfette. “Deformità” ha tanto sofferto nella sua vita  girando a lungo per terra e per mare cercando un posto in cui la gente non avesse paura di lui ma in qualunque luogo andasse c’era sempre qualcuno a cui non piaceva, così alla fine riusciva a persuadere tutti gli altri che avrebbe fatto loro del male perché un essere così brutto non poteva che essere cattivo ….  scappava sempre e sempre incontrava ostilità e incomprensione … si sentiva infelice  …. voleva essere amato …  ma non si può obbligare nessuno ad amare …. alla fine, grazie alla solidarietà di amici, scopre di essere proprio lui il principe del lago, scopre la sua bellezza e scegli di condividerla.

 “La favola del passero” Martina l’ha scritta circa venti anni fa. Scriveva Martina: … “Amo la libertà, porto dentro di me una sete di infinito, di sconfinato e di immenso, che mi ha fatto sempre partire, lasciando il mio nido per volare a scoprire cose nuove e soprattutto per cercare il cuore, il senso e il valore del vivere”. 

Nei suoi voli il passero ha incontrato di tutto: boschi cupi, pieni di insidie, radure luminose e accoglienti, lande deserte e desolate e anche quando era tutto intirizzito per il freddo c’era sempre però un soffio di vento dal sud o qualche briciola che pioveva dal cielo così trovava ogni volta la forza e il coraggio per ripartire. Nei tempi dei voli, come in quelli delle soste,  é proprio dall’incontro con gli altri, proprio quelli più diversi e all’apparenza ma solo all’apparenza più brutti, attraverso i loro racconti ma soprattutto attraverso le loro stesse vite ha cominciato a conoscere quello che stava cercando:  il cuore, il senso, il valore del vivere. Dopo le tenebre della notte, in cui non mancano le stelle, ritorna sempre l’alba: sorge il giorno nuovo per nuovi voli.

Crescendo e incontrando prove difficili da superare si corre il rischio di indurire il cuore e di renderlo sordo agli altri. C’é bisogno degli altri e per scoprire la bellezza di ciascuno, non ci si può fermare alle apparenze. Lascio ora ai nostri amici, “diversamente abili”, la parola per raccontarsi, a cominciare da Martina  che poi presenterà Claudio e in questo “tessere comunicazione” intrecceremo il nostro con il vostro discorso. Non possiamo anticipare i discorsi … restiamo “aperti” a quello che succederà. E’ nella nostra natura di essere “esploratori di mondi possibili”.